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Regalati una consulenza gratuita!

  • EDIT 5 gennaio: ULTIMI POSTI DISPONIBILI !
  • Problemi di autostima?
  • Ansia, attacchi di panico, depressione?
  • Stress e malessere?
  • Vuoi confrontarti con una professionista della salute mentale?

 

Regalati una consulenza gratuita!

A gennaio 2018 puoi usufruire di una consulenza gratuita con la dott.ssa Chiodi Daniela, psicologa psicoterapeuta. Scopo del colloquio è definire i termini del problema e trovare le migliori soluzioni.

Inizia il nuovo anno con il piede giusto!

Termini e condizioni:
– l’offerta è rivolta a persone maggiorenni;
– la consulenza consta di un colloquio della durata di 50 minuti, presso lo studio della dott.ssa Chiodi in viale Duca degli Abruzzi 4, Brescia;
– è necessario prendere appuntamento al 349/0806265 (mezzo telefonata, sms, whatsapp) o via mail a chiodidaniela@gmail.com  (si prega gentilmente di disdire in caso di impedimento entro 24 ore prima);
– l’offerta è valida una sola volta e fino al 31 gennaio 2018;
– i posti sono limitati.
Per maggiori informazioni: chiodidaniela@gmail.com o nel form contatti

 

Ci sono momenti.

Ci sono momenti nella vita in cui la paura ti serra la gola.

Ci sono momenti nella vita in cui l’angoscia ti paralizza le gambe. Momenti in cui l’ossigeno di tutto il mondo non basterà per calmare il battito spaventato del tuo cuore.

Ci sono momenti nella vita in cui tutto ciò che credevi un’incrollabile certezza si sgretola attorno a te. Momenti in cui preferiresti dormire dormire dormire piuttosto che stare così male.

Sono quei momenti in cui è arrivato il momento di chiedere aiuto.

C’è qualcuno pronto ad aiutarti, a starti vicino, a farti scoprire tutta la forza che è rimasta in te.

Devi solo allungare la mano.

EMDR, una potente tecnica per risolvere piccoli e grandi traumi

Eye Movement Desensitization and Reprocessing, una forma di psicoterapia

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è una tecnica terapeutica molto utile per elaborare traumi ed eventi stressanti della nostra vita.

Si basa sul modello di elaborazione adattiva dell’Informazione (AIP), secondo il quale l’evento traumatico/stressante viene immagazzinato in memoria in una rete neuronale chiusa e fissa, insieme alle emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti che hanno caratterizzato quel momento. Tutte queste informazioni restano “congelate” all’interno del nostro cervello, ed è per questo che elaborare è un processo solitamente lungo e complesso.

L’evento, ”congelato” e racchiuso nelle reti neurali, non potendo essere elaborato, continua a provocare disagio nel soggetto, fino a portare all’insorgenza di patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e altri disturbi psicologici. Le cicatrici degli avvenimenti più dolorosi, infatti, non scompaiono facilmente dal cervello: molte persone continuano dopo decenni a soffrire di sintomi che ne condizionano il benessere e impediscono loro di riprendere una nuova vita.

Attraverso l’EMDR riusciamo ad “entrare” nella rete neuronale chiusa e lasciamo che le informazioni lì racchiuse si connettano con nuove reti, permettendoci di ricordare l’evento ma con nuovi significati e senza la carica emotiva che lo caratterizzava fino a quel momento.

Attraverso l’EMDR quindi alleviamo la sofferenza emotiva e stimoliamo il cervello a lavorare in modo più funzionale e positivo anche per gli eventi presenti e futuri.

T’invito a vedere questo breve video andato in onda a “Medicina33” del Tg2.

Numerose sono le ricerche che nei decenni hanno confermato la validità di questa tecnica terapeutica.

Molti enti (ASST, Forze dell’Ordine, Aziende ospedaliere) richiedono che al loro interno ci siano terapeuti EMDR.

L’EMDR è molto efficace anche nelle situazioni d’emergenza (eventi naturali di grossa portata, atti di terrorismo, lutti gravi, ecc…).

Per maggiori informazioni visita il sito EMDR Italia, unica associazione italiana riconosciuta, che forma e autorizza all’applicazione dell’EMDR, alla quale sono associata. Oppure contattami per fissare un colloquio informativo.

Quando finisce una relazione: 5 consigli pratici

Quando finisce una relazione vi è un tumulto di emozioni dolorose, tristezza, paura, rabbia.

Che solitamente si rifanno a:

senso di abbandono, soprattutto quando è il/la partner a lasciare noi

senso di colpa, quando siamo noi a decidere di separarci

senso di fallimento, che ci fa porre domande quali: “cosa ho sbagliato?”, “Perché è andata male anche stavolta?”,  e affermazioni del tipo: “È colpa mia”, “Ho fallito anche stavolta”.

lutto: portarsi via il mondo
non è solo la fine di un amore, ma anche la fine del futuro che ci immaginavamo con la persona amata.

modifiche al senso d’identità: cambia l’immagine che abbiamo di noi, dell’altro e delle relazioni.

 

In questo casi, è importante mantenere il più possibile integro il proprio senso di dignità: solo così la nostra autostima ne può uscire sana e salva.

In che modo?

1) È normale avere l’impulso di insultare, addurre spiegazioni, esaminare chirurgicamente i fatti, vittimizzarsi, colpevolizzare… ma tutto ciò è figlio dell’ondata emotiva che stiamo vivendo. Prendiamoci del tempo, utilizziamo la scrittura per sfogare la rabbia (un diario da tenere per noi), e al posto di chiamare in continuazione le amiche/gli amici proviamo a stare nel silenzio e ritrovarci (molto utili le meditazione e i rilassamenti guidati).

2) se amiamo ancora la persona che ci ha respinti diciamoglielo ma con dignità, senza supplicare e senza chiedere/recriminare nulla in cambio.

girl-with-a-balloon-by-banksy3) è importante interrompere i contatti, verbalizzandolo all’ex e concordando tempi e  modi se necessario. E’ dannoso “sparire nel nulla” senza comunicare la necessità  di prendersi del tempo e dello spazio “non inquinato” dalla presenza dell’altro/a. Questo ci aiuterà a non cadere nelle recriminazioni e nelle suppliche, e di non adottare comportamenti di cui poi potremmo pentirci e che provocherebbero ulteriori sofferenze. Stiamo nella distanza e nella separazione per elaborare quello che è successo. In questo modo siamo più facilitati a gestire la rabbia.

NB: questo non significa interrompere il rapporto per sempre. Solo dopo che è terminata l’ondata emotiva e l’elaborazione interiore (che può durare mesi o anni!) è possibile riprendere i contatti serenamente.

4) evitiamo di usare alcol e/o sostanze: potrebbe venirci la voglia di prender una bella “sbronza” o di usare sostanze per sedare la nostra sofferenza, ma non funziona mai! Anzi, l’effetto potrebbe essere l’esatto contrario: intensificazione del dolore, che, associata ad un calo delle difese (dovuto all’alcol/sostanza), ci può portare a compiere atti di cui poi ci pentiremo (sms, telefonate all’ex, comportamenti lesivi nei suoi confronti o auto-lesivi). Ricordiamoci che l’unico modo per far passare alcune sofferenze è viverle, senza negarle.
resp_solidale5) è normale pensare in termini di colpa (“è colpa mia”/”è colpa sua”), ma proviamo a sostituire la parola “colpa” con  la parola “responsabilità”, e ricordiamoci che in una coppia le cose si fanno in due. Non è mai “colpa” di uno o dell’altro, cerchiamo di analizzare qual è stata la nostra parte, ricordandoci che abbiamo fatto il meglio che potevamo fare in quel momento.

 

Quando invece è il caso di chiedere un aiuto psicologico:

– quando l’elaborazione del “lutto” della relazione richiede tempi troppo lunghi in proporzione all’entità del fatto

– e/o sta compromettendo eccessivamente la nostra quotidianità

– quando sentiamo che la rabbia verso l’ex ha il sopravvento e ci spinge ad agire contro di lui/lei (stalking, pedinamenti, insulti, minacce, violenza psicologica e fisica, …) o contro noi stessi (agiti autolesivi, pensieri suicidari, comportamenti a rischio…).

Quando finisce una relazione ricordiamoci che non possiamo imporre alla persona amata di restare con noi se non vuole, ma possiamo mantenere intatta la nostra autostima agendo con dignità.

lasciare andare

Gli 8 diritti dimenticati di una scarsa autostima

Quando soffriamo di bassa autostima ci dimentichiamo di avere dei “diritti”.

autsotima

Ecco gli 8 diritti di una buona autostima:

– commettere errori, come tutti gli altri essere umani

– essere imperfett*, come tutti gli altri essere umani

– decidere i tuoi pensieri, emozioni e comportamenti (e se questi, di tanto in tanto, sono strani è perché sei come tutti gli altri essere umani)

– dire agli altri cosa vuoi e cosa provi

– essere soddisfatt* di te stess* anche quando non hai tutto sotto controllo

– reagire emotivamente, qualche volta, anche se così facendo non ottieni il risultati sperato (lo facciamo tutti più spesso di quanto immaginiamo)

– di pensare prima a te stess*, qualche volta (sì, esatto, di mangiare l’ultima fetta di torta, di non dare una mano se siete troppo stanc*, di leggere un libro mentre il partner lava i piatti…)

– e per finire: di difendere o non difendere i tuoi diritti, è una scelta tua 😉

 

(Ricorda che:

  • i diritti comportano delle responsabilità
  • anche gli altri hanno dei diritti!)

 

(liberamente tratto da C. Wilding)

Sta per partire il Laboratorio Esperienziale di Autostima! Qui trovi l’evento fb, e qui maggiori informazioni.

 

SAI COMUNICARE IN MODO ASSERTIVO?

Possiamo dividere la comunicazione in tre grandi “famiglia di tipologie”:

– la comunicazione passiva

– la comunicazione aggressiva

– la comunicazione assertiva.

Assumiamo uno stile di comunicazione passivo quando mettiamo da parte le nostre esigenze/desideri/diritti  a favore di quelli altrui. Es. dire “sì” quando vorremo dire “no”, scusarci e giustificarci eccessivamente, non esprimere le proprie idee per paura del giudizio, essere eccessivamente accondiscendenti, ecc…

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Quando utilizziamo invece una comunicazione aggressiva anteponiamo i nostri desideri a quelli degli altri, assumendo un atteggiamento autoritario, oppositivo e critico. Facciamo in modo che le nostre esigenze vengano soddisfatte ad ogni costo. Es. Attacchi (“come ti permetti?!”), parole giudicanti e/o offensive, utilizzare il “tu devi”, assolutizzare (“sempre”, “mai”), ecc…

aggressivo

Qual è la giusta via di mezzo? La comunicazione assertiva.

L’assertività è la capacità di affermare se stessi e i propri diritti senza ledere o negare quelli degli altri. In questo caso la comunicazione è chiara, diretta, onesta. In questo modo riusciamo ad essere autorevoli, senza essere autoritari. Es: “io penso/credo che”, “secondo me”, “valutiamo insieme”, “perché?”, “mi sto sentendo in questo modo”, ecc…

Con una comunicazione di tipo assertivo le possibilità di entrare in conflitto o provocare reazione avverse da parte dell’ambiente si abbassano molto.

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Prova ad immaginare un litigio fra due partner.

Stile aggressivo:

A: “sei sempre il solito!!!” come reagirà B? cercherà di difendersi attaccando a sua volta.

Stile passivo:

A si arrabbia con B ma non riesce a dirglielo. In questo caso i problemi “covano” nella coppia andando ad incrementare il famoso “non-detto” e creando notevoli difficoltà in futuro.

Stile assertivo:

A: “questo tuo comportamento mi fa arrabbiare. Mi piacerebbe capire perché ti sei comportato così”

Attenzione al tono di voce!!! Se questa frase biene pronunciata con tono polemico/giudicante può trasmettere aggressività e non assertività.

Ricordati che la differenza non la fanno solo le parole che scegliamo ma anche il para-verbale (tono di voce) e il non verbale (l’espressione, la postura, l’atteggiamento…).

How to get a good nights sleep?

In today’s competitive world, sleep is more of a luxury than a necessity. Sleep is important for the well being, both emotionally and physically for an individual. Insufficient sleep or no sleep has long lasting health and psychological disorders. If you have been experiencing insomnia, it may be due to a number of factors, including stress, anxiety or depression. In order to address your sleep problem, it is best to consult an experienced psychologist who can help you change your behaviour, manage feelings and emotions that may interfere with your sleep.

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