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Il benessere e i sensi di colpa

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Siete riusciti a fare la lista delle 10 cose che vi fanno star bene?

Qualcuno mi ha scritto di essere riuscito ad arrivare solo a 5! Tranquilli, siete in buona compagnia.

Scommetto che la maggior parte di voi non è arrivata a 10…

Perchè?

Le ragioni sono varie e soprattutto individuali.

Possiamo però identificare alcuni principi generali che ostacolano la nostra ricerca al benessere. Vediamone un paio:

– la quotidianità ci costringe al “fare”: lavorare, organizzare, gestire la casa, la famiglia, gli affari. Andare a fare la spesa, cercare un lavoro, portare i figli a scuola, rispondere alle mail, ecc… E ci dà poco spazio al relax e a ciò che ci fa stare bene.

– siamo immersi in una cultura subdolamente repressiva, che ci fa sentire in colpa se ci ritagliamo uno spazio e un tempo per noi e solo per noi. Ci sentiamo egoisti, pensiamo che “al posto di rilassarmi dovrei fare…dovrei andare…dovrei/dovrei/dovrei”. E’ una cultura che ci manda il messaggio sulbliminale: “se pensi al tuo benessere sei cattivo ed egoista”.

E’ molto importante capire quali sono le cose che ci fanno star bene e coltivarle, se no rischiamo di rincorrere gli impegni e i “dovrei” tralasciando il nostro benessere. Se noi stiamo bene anche che ci circonda potrà goderne!

Questi principi generali potrebbe applicarsi per qualcuno di noi e per qualcun altro no.

Quali sono le cose che v’impediscono di capire quali sono le cose che vi fanno star bene e di coltivarle?

Potete rispondere a questa domanda immaginando la seguente situazione: “cosa succederebbe se io mi ritagliassi un’ora per fare quella cosa che mi piace? Come mi sentirei? cosa proverei? che pensieri farei?”.

Crisi: pericolo e opportunità

crisi cinese
La vita, a volte, ci mette nelle condizioni di vivere momenti negativi, dolorosi, faticosi. Un lutto, la fine di una relazione, la perdita del lavoro, una crisi coniugale, una malattia.
Sono periodi in cui vediamo tutto nero, ci sembra di non poter affrontare la quotidianità e che questo dolore sia infinito.
A volte la nostra psiche ricorre a metodi arcaici per sfogare il dolore: le somatizzazioni. E così il nostro corpo urla ciò che la nostra mente fatica ad esprimere con pensieri e parole.
Questi difficili momenti ci mettono a dura prova ma possono anche essere un’occasione per conoscere meglio noi stessi, i nostri limiti, e soprattutto le nostre potenzialità.
L* psicolog*, attraverso l’accoglienza, l’ascolto, la vicinanza, può aiutarci a “passare attraverso” e rendere produttivo questo passaggio.
Non è un caso che la lingua cinese utilizzi due diversi ideogrammi per tradurre la parola “crisi”. Un ideogramma significa “pericolo”, l’altro “opportunità”…